Purtroppo – o per fortuna non saprei valutare se è più un pregio o un difetto– sono una persona fortemente razionale e non riesco a vivere “nell’ignoranza” di non sapere.
Anche per la mia prima gravidanza, nonostante al momento del concepimento della Vi avessi 29 anni, ho deciso che avrei optato per un’analisi invasiva, per sapere se dal punto di vista genetico tutto stesse funzionando in modo corretto.
Ho fatto l’amniocentesi.
Non posso dire che ero tranquilla, le settimane antecedenti il prelievo e quelle passate in attesa dei risultati sono state cariche di preoccupazioni e timori ma in cuor mio sapevo e oggi ancor di più so di aver fatto la scelta migliore.
Non ne faccio un discorso religioso, etico o morale; trovo sia giusto dare alle donne la giusta libertà di scelta nel voler sapere e poi decidere altrettanto liberamente cosa fare.
Io ancora più sinceramente non so cosa avrei fatto e soprattutto cosa farei ma avere la consapevolezza per me è un primo passo importante verso qualsiasi decisione si possa o si debba prendere.
Anche questa volta, a 33 anni, ho deciso per l’indagine genetica e cromosomica.
E questa volta sono ancora più convita, ho una responsabilità maggiore anche morale nei confronti di Vi.